Il Sapere

Libri :

“100 cose che non sai sulla tua mente” di Surendra Verma
“Mito e Sugnificato” di Claude Lévi-Strauss
“Coscienza” di Pietro Perconti

Commento : Sapere i Corrispettivi del Sapere

Povero professionista, ma sopratutto povero consulente!
Questa figura professionale, che peraltro personalmente incarno da qualche tempo, è una professione che realmente, almeno qui in Italia, deve ancora “arrivare” definitivamente e deve conquistare il proprio spazio vitale, eppure così importante per gli anni a venire.

C’è una vecchia cultura che è immutata da troppo tempo, quella delle micro, nano e piccole imprese, spesso a conduzione familiare, e che sono la vera forza trainate del paese, ma iniziano solo ora, all’alba della consapevolezza “post crisi”, ad essere finalmente oneste con la realtà guardandola per quello che è, ovvero il forzato proseguo di un “percorso di cambiamento” continuo e mutevole.

Senza volere fare ora una seppure doverosa e lunga, lunghissima, considerazione circa la necessità estrema che hanno tutte queste imprese, e prima ancora tutte queste persone che fanno impresa, di consulenti e di consulenza;

Voglio raccontare una delle storie più interessanti riguardo alla relazione cliente-consulente, una storiella che trovo efficace, e confesso che ogni volta che ci penso o che la racconto, mi offre sempre un certo intimo godimento :

– Un tizio (cliente) si trova ad avere un problema col proprio personal computer e non riesce a risolverlo da solo, si tratta di un rumore infernale che presumibilmente arriva dalla ventola di raffreddamento, ma, per non rischiare di fare mosse azzardate e complicare ulteriormente la situazione non può fare altro che sfogliare un elenco di nomi e numeri, come ad esempio le pagine gialle, alla ricerca di un servizio di riparazione. Trovato così un professionista disponibile al pronto intervento, i due si accordano per il luogo e l’ora di incontro presso il recapito del cliente. Dopo circa quaranta minuti, suona il campanello ed ecco il professionista, il cliente soddisfatto della tempestività del servizio porta il professionista alla scrivania del computer in questione con la speranza che non sia nulla di grave poiché quel computer è di vitale importanza per la propria attività, oltre a non volere di certo perdere le preziose informazioni salvate sul pc, non ha nemmeno molto tempo per rimanere inattivo, dovendo di fatto consegnare un progetto nei giorni seguenti. Il professionista esamina il problema, apre la cassetta degli attrezzi ed estrae un cacciavite, il cliente inizia a preoccuparsi un po’, il professionista è serio, non fa trasparire nessuna emozione, si appresta a togliere la scocca esterna della macchina, la toglie, verifica ulteriormente la provenienza del rumore, non la spegne nemmeno, infila il cacciavite nella testa di un paio di viti, gira il cacciavite e …Zzzzz..zhzhzh…..hhh…hh.hh…h..il silenzio. Voilà, il problema è risolto!! Viene richiusa anche la scatola esterna. Ecco che si trattava solo di un allentamento delle viti del supporto della ventola. Il cliente, che era rimasto col fiato sospeso, riprende ossigeno, sorride, è soddisfatto ed offre un caffè al professionista che accetta ben volentieri. I due parlano del più e del meno, del tempo e del campionato di calcio, sorseggiano il caffè ed intanto ognuno dei due pensa già a quello che dovrà fare appena concluso quell’incontro con quel simpatico interlocutore. Finito il caffè il professionista prende nota dei dati del cliente e fa presente che invierà via posta nei giorni a venire la fattura al cliente per il servizio di pronto intervento, lascia una semplice ricevuta di uscita che viene controfirmata dal cliente e via, i due si salutano augurandosi un buon proseguimento di giornata pronti per rituffarsi ognuno nelle proprie attività. Dopo alcuni giorni il cliente riceve via posta come da accordi la fattura del professionista. Come tutti i clienti con l’occhio va immediatamente a leggere la scritta in basso a destra, quella relativa al costo totale finale, ed inaspettatamente ci trova scritto : “Totale Finale = 1.000€”!!! Il cliente é a dir poco furibondo, inizia a camminare su e giù per la stanza e, come un geko in una vasca di smarties, assume progressivamente i colori della bandiera nazionale, prima il bianco spavento, poi il rosso ingenuo ed in fine il verde rabbia, senza pensarci due volte chiama il professionista al cellulare, il quale come sempre risponde prontamente, e lo aggredisce senza pietà alcuna incalzandolo “lei è un truffatore!! come diavolo si permette di farmi una fattura da mille euro per un paio di viti, si vergogni!!! Le ho pure offerto un caffè è lei mi tratta in questo modo!??! Le faccio causa!!!”, lo spergiuro va avanti così per un paio di minuti, ed il professionista non risponde, attende di poter dire qualcosa, ma è solo quando si fa il silenzio che il cliente si ricompone un attimo e riprendendo di nuovo lui la parola con un atteggiamento un po’ meno sconclusionato si rivolge al professionista dicendo : ” mi scusi dello sfogo, ma davvero non capisco come lei possa fare una fattura per un intervento che sarà durato in tutto cinque minuti e che ha richiesto l’utilizzo di un banale cacciavite?!!?”, il professionista, capendo che finalmente può prendere parola replica in modo serafico domandando : ” ha letto le voci di costo?” Il cliente, un po’ confuso e disorientato dalla domanda e dai toni calmi del proprio interlocutore va presso la scrivania e prende nuovamente in mano la fattura che prima aveva lanciato lontano con un gesto secco, riparte a leggere dal basso, dal prezzo finale, e pensa fra se e se “caspita, il tono del professionista è così rilassato che non vorrei mai avere letto male, magari non ho visto la virgola, ma dai, sono uno stupido”…macché, il conto indica ancora 1.000€ !!, alza lo sguardo verso le voci di costo così come gli è stato appena suggerito, ed ecco la spiegazione :
Prima riga : Costo relativo ad intervento manuale con cacciavite = 1€
Seconda riga : Costo relativo al sapere quali viti girare = 999€ !!

Adoro questo finale, e voi ??
Di cosa sto parlando ?
Ovviamente del cosiddetto Know-How, ovvero il sapere, il sapere come fare, il prezzo del sapere ed il prezzo dello sforzo di procurarsi il sapere, del volerlo condividere, portando dei vantaggi ad altri.
Sono tutti e tre dei passaggi distinti e differenti, seppure legati, che ancora troppo spesso non vengono proprio considerati. Si danno per scontati.
Come la luce elettrica o l’acqua in una casa, ci sembra ovvio che debbano esserci poiché le cose funzionano così, eppure, anche questi sono dei servizi per i quali paghiamo delle cifre più o meno stabili, e alla lunga sempre più in rincaro.
Ma se facciamo qualche passo indietro a ricordare come sia potuto succedere che oggi sia davvero possibile, non lo dovremmo sottovalutare poiché sono passati in fondo davvero pochi anni dalla vita dei tanti Ragazzi della via Gluck.

C’è stato bisogno di un costo che qualcuno ha voluto affrontare, quel qualcuno che magari poteva e doveva decidere anche per noi, o chi prima di noi, ne vedeva i vantaggi, questo qualcuno ha dovuto sapere cosa e come fare, e gli è costato fatica, magari denaro che è stato guadagnato dalle proprie o dalle altrui fatiche, qualcuno ha dovuto viaggiare, studiare, provare ed inventare, ed una volta capito, ha voluto condividere tutto questo, non era scontato che accadesse, c’è stata una volontà, è stato chiesto ad altri di condividere un costo per condividere un vantaggio, il vantaggio che quel qualcuno ha visto prima poiché lo è andato ad incontrare quel vantaggio, ed il racconto di quanto aveva capito e confermato prima di tutto a se stesso, ha poi convinto qualcun altro che ciò poteva essere cosa utile, importante.
È andato tutto sempre bene? Neanche a parlarne! Si sono sempre fatti molti errori, e con quei molti errori si sono fatti i correttivi e si sono trovate le soluzioni, poiché ormai l’obbiettivo era stato fissato…

Anche oggi tutto questo, ed ancora di più tutto il resto, ha un costo.
Oggi migliorare e cambiare necessita di un nuovo sforzo, sappiamo già tutto e lo sappiamo un po’ male, sappiamo che si può cambiare, si, in teoria, sappiamo che si può sapere, anzi crediamo già di sapere.

Ricordo che molti anni fa in uno di quei discorsi tra giovani amici nei quali ci si chiede a vicenda “Tu, quale è la cosa che vorresti davvero?” la risposta di un amico presente fu “Vorrei sapere tutto e non dire niente a nessuno!”, rimasi davvero colpito ed un po’ urtato da quella dichiarazione (all’epoca non ero un consulente ne un imprenditore) tanto da ricordarmene ancora oggi.
Quell’amico aveva già capito il potere del sapere e non era disposto, una volta raggiuntolo, a condividerlo.
Quello che però questa persona non aveva forse capito di se stesso è che probabilmente sarebbe potuto diventare un ottimo commerciale, o magari un buon insegnante…già!, poiché un buon insegnante in realtà insegna una unica cosa : che il sapere bisogna conquistarselo e pagarlo a caro prezzo, non va regalato perché andrebbe sprecato e ce ne così poco da non poterselo e non potercelo permettere. A buon intenditor…

Alessio Micheli

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