La Forma dell’ Essenza

Libri :

“Cattivi Maestri” di A.Gnocchi e M.Palmaro
“Mediapolis” di Roger Silverstone

Films :
“Ex Machina” di Alex Garland
“Essere John Malkovich” di Spike Jonze
“La Migliore Offerta” di Giuseppe Tornatore

Musica :
“Deliziosa Abbondanza” di Cristina Donà
“È non è” di Nicolò Fabi

Commento : Essenza e Forma

Un tema centrale e futile, antico così come lo è la nostra mente che cerca di farsi un’idea e che spesso si inganna in questo tentativo. Così, la discriminante fra la forma e l’essenza spreca molta, a volte troppa, energia della nostra mente incapace di indagare più in profondità.
Il contenitore non è il contenuto e ciononostante il primo apprezza il secondo facendosi custodia forse per utilità pratica, forse per una esigenza estetica o forse ancora per un semplice caso.
La bellezza è quindi nell’occhio di chi guarda, e quindi in fondo nel contenuto di chi la guarda, eppure questo contenuto, una certa essenza, valuta, giudica e discrimina una forma che suggerisce e racconta una presunta verità circa il proprio di contenuto.

Le abitudini mentali, i proverbi e le superstizioni si dice spesso che sono portatori di una essenza profonda, di una sapienza. Personalmente, credo che tutte queste manifestazioni del nostro mondo interiore/esteriore sono ancorate comunque ed ovunque alle forme del tempo.
Ma se i tempi cambiano esse quindi non valgono più, o almeno non valgono più come prima, ed i tempi stanno cambiando più velocemente del solito, almeno così sembra per la forma con la quale essi si manifestano.
Forma ed essenza non sono antitesi, sono entrambe causa e conseguenza l’una dell’altra, sono sempre presenti eppure facilmente fraintese.

“Scarpe grandi cervello fino” , “Macchina grande stabilità economica”, “Cravatta uguale professionalità ed intelligenza”, “Viso regolare è persona amichevole”, “Forme attraenti successo assicurato”, “Disordine significa incompetenza”, “Una presenza costante è una conferma di rispetto e di fedeltà”, “Il ritardo è presagio di guai e complicazioni” ecc ecc ecc, e sono tanti gli schemi che ci accompagnano e che affondano le radici nelle dicerie di un tempo che oggigiorno cercano di adattarsi ai tempi più moderni creando dentro e fuori di noi un mondo di convinzioni nella maggior parte dei casi banali ed insufficienti come un reale metro di valutazione razionale.
Eh si perché di valutazione razionale abbiamo bisogno e non solo delle emozioni e degli istinti dai quali fatichiamo a distanziarci anche per poco come collettivo di specie, nonostante la corteccia cerebrale sia apparsa da ancora troppo poco tempo come stadio evolutivo.

Adoro questo terzo millennio che sta rimescolando un po’ tutte le carte da gioco sul tavolo della contemporaneità. Quando penso che fra i più grandi imprenditori mondiali degli ultimi venti-trent’anni ci sono ad esempio alcuni ragazzotti in jeans e felpa col cappuccio davanti ad un personal computer, oppure dei magnati mediorientali vestiti con turbanti e kaftan o thobe, mentre ancora buona parte della classe dirigente occidentale si ostina nei suoi cerimoniali di giacca&cravatta nel decidere se una persona è valida o meno senza fare ulteriori passi avanti nella comprensione di quelle che ormai vengono riconosciute come le attitudini fondamentali e trasversali, le cosiddette “Soft Skills”, per capire e conoscere meglio una persona, ecco detto che la forma ancora oggi oscura l’essenza, la nasconde e magari un po’ la protegge.

Ma cosa è poi questa essenza? Nessuno lo ha mai spiegato, e non è poi così semplice spiegare qualcosa che effettivamente non può essere ridotto a semplici schemi.
La forma da una conferma o una smentita mentre l’essenza rimane se stessa.
L’essenza non può cambiare ma può assumere una qualsiasi forma.
L’acqua è l’esempio migliore che abbiamo a disposizione, la si può deformare, imbrigliare, trasformare in mille e mille forme, eppure essa rimane se stessa, può giocare con infinite trasformazioni ma rimane sempre e comunque fondamentale ed indissolubilmente se stessa, unica nel micro ed unita nel macro.

Ma cosa ci interessa tutto questo nel mondo del business?
Cosa ha a che fare con la consulenza? È utile? Come?
Perché mai si dovrebbe dare come nome alla propria azienda CONSULENZA ESSENZIALE?

La prima risposta è tecnica, più di superficie, ed ha a che fare col fatto che se l’obbiettivo dichiarato è quello di essere di aiuto alle aziende (questa è la missione, quindi l’essenza), il fatto di avere molteplici servizi a corredo di questo obbiettivo, anche se cambiano nel corso tempo, è connaturato con i tempi che corrono, e ciò non è altro che una conferma della propria dichiarazione di intenti.
Una ulteriore risposta va colta, per chi vuole, un po’ più in profondità e non sarà di certo la riposta perfetta. La forma perfetta non permette un ulteriore cambiamento, è immutabile, non evolve in una forma migliore. Ho capito nel tempo che una cosa è tendere a migliorasi mentre il credere di essere arrivati ad una qualsiasi vetta è un pò come una dichiarazione di resa.
Resistere a fare tutto in modo – in teoria – perfetto è un grande atto di umiltà verso i propri limiti, e questo non significa arrendersi ad essi ma anzi accoglierli per migliorarli. Lasciare consapevolmente all’altro la possibilità di criticare quello che facciamo è uno dei modi migliori di mantenere viva una relazione, è infatti nella sua dinamica di possibile miglioramento che una relazione resta utile. Risultare sempre impeccabili può sembrare una buona cosa, ma probabilmente nasconde dosi di vanità e seduzione ed alla lunga può deludere, accettare e farsi accettare invece crea delle relazioni solide e durature.
Può sembrare impopolare e controproducente in un mondo che vende e compra le migliori ricette per essere super, inattaccabili e sempre al top, ma basta pensare come ciò che è perfetto in un certo luogo ed in un certo tempo non lo è in un altro. Quello che sembra inarrivabile è esattamente così, quindi alla fine è poco interessante, almeno così a me sembra.
Possiamo sapere bene a memoria una bella recita, una bella frase scritta con i migliori canoni stilistici, conoscere le migliori tecniche di persuasione e di comunicazione, possiamo fare la più grande performance che ci sia mai riuscita eppure essa deve essere inferiore alla prossima che faremo e non deve mai escludere dal risultato il beneficio del nostro interlocutore e non quello che saremmo tentati di considerare come tale ma quando in realtà è magari una mera soddisfazione del solo unico nostro bisogno. Cosa difficile in principio forse, l’unica importante nel medio lungo periodo se si ha la capacità di guardare davvero lontano.
Lasciamo quindi che gli errori ci guidino verso la migliore versione che deve ancora arrivare, e speriamo che essa sarà un po’ sbagliata nella forma cosicché l’essenza possa manifestarsi e dialogare con il resto, con ciò che c’è fuori da essa, almeno per non rischiare che la forma venga abbandonata da quell’essenza che cerca sempre una nuova e migliore forma.

Mi occupo di Consulenza Strategico-Cognitiva, chiedimi come fare a…

Alessio Micheli

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